Maria Bethânia, "Envelhecer é privilégio".
"Envelhecer é privilégio"
("Invecchiare è un privilegio"), ama ripetere Maria Bethânia, una delle
più alte autorità musicali del Brasile, interprete conosciuta in tutto
il mondo, donna di cultura e sensibilità fuori dal comune. Ma più che un
privilegio, la vecchiaia nel caso di Bethânia non esiste. Quest'artista
dall'età indefinibile, che mai è stata giovane e mai sarà vecchia, che
in scena, grazie alla sua scienza interpretativa, ora è una "menina" che
attraversa il palco correndo, ora un'ultracentenaria indigena
dell'Amazzonia, sembra essere depositaria di un segreto che la colloca
al di fuori del tempo. Un segreto che è certamente nella voce, in quel
suo timbro particolarissimo che Vinicius de Moraes paragonava al
crepitare dei rami di un albero che brucia, ma che risiede anche e
soprattutto nella sua assoluta autonomia artistica, nell'incorruttibile
fermezza con cui dimostra di non voler seguire le mode, nell'essere
totalmente impermeabile alla paura di invecchiare. Come una sorta di
minatore, Bethânia, sprezzante delle leggi del mercato, nei suoi ultimi
dischi si è calata negli aspetti più antichi e profondi della cultura e
delle tradizioni brasiliane, con l'intento di riportare alla luce un
tesoro sconosciuto o dimenticato. "Brasileirinho", pubblicato nel 2003,
attraversa la storia del Brasile puntando i riflettori sulla gente
comune, sugli schiavi venuti dall'Africa, sulle usanze e i culti di
uomini e donne che sembrano usciti dai libri di Guimarāes Rosa. in
questi giorni, a poche settimane dalla pubblicazione di un dvd dedicato
all'opera poetica di Fernando Pessoa (O Vento Lá Fora), Maria Bethânia
festeggia 50 anni di carriera e lo fa con una nuova tournée ("Abraçar e
agradecer") che sta registrando ovunque il tutto esaurito. Nella
scaletta figurano le canzoni che hanno segnato il suo glorioso cammino
d'interprete e i pezzi più recenti di "Meus quintais", l'album
interamente dedicato agli Indios del Brasile. Il finale, che sembra stia
suscitando molta impressione negli spettatori, è affidato a "Non, je ne
regrette rien", la celebre canzone di Edith Piaf. Bethania, come
testimoniano i video che circolano sul Web,
ne offre un'interpretazione particolarmente originale e appassionata,
perchè lei, come la Piaf, davvero non ha nulla da rimpiangere. Il rigore
e la discipilna che regolano il suo lavoro e la capacità di rinnovarsi
continuamente senza tradire se stessa, le hanno sempre dato ragione.
Insofferente alle strategie, armata unicamente del suo talento e della
piena fiducia nelle sue scelte, Dona Maria ha saputo conquistare il
cuore della gente e diventare un classico. E come tale, nulla di ciò che
la riguarda patisce gli effetti del passare del tempo.
GIULIANO FALZONE
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